di Francesca Spanò | @francynefertiti
Colori, sapori, passato. Difficile racchiudere in qualche termine, seppure evocativo, un tratto di Sardegna come il Sulcis Iglesiente. Quest’area geografica si trova nell’estremo sud occidentale e si calcola che sia già stata abitata ben 5mila anni fa. I Cartaginesi e i Fenici erano molto attratti dalla zona per via dei depositi minerari conservati nel sottosuolo. Una pratica proseguita nel tempo che solo nel secolo scorso è stata abbandonata, anche se l’Unesco ha inserito tra i patrimoni questo tipo di archeologia industriale.
Quali territori comprende questo tratto di Sardegna
Nel Sulcis Iglesiente sono compresi il Sulcis che trae origine dall’omonima città punica diventata Sant’Antioco e Iglesiente, che prende il nome dal capoluogo, che proprio Iglesias si chiama. In tutto ne fanno parte 23 comuni della provincia di Carbonia-Iglesias e 4 della provincia di Cagliari.
Cosa fare e vedere
Il territorio come buona parte della Sardegna, colpisce per i paesaggi selvaggi e incontaminati con tanto di Parco Naturale e vicino ad Iglesias c’è anche il Pan di Zucchero. Altre meraviglie da non perdere sono la pineta di Porto Pino al Golfo di Palmas, le saline di Sant’Antioco, l’Isola di San Pietro, chiamata “isola verde”. Il mare non può essere dimenticato in una delle regioni più belle di Italia ed ecco che ci si può tuffare nel golfo di Gonnesa o raggiungere la spiaggia di Portixeddu, perfetta per i surfisti. Da queste parti si praticano kitesurf, windsurf, diving, vela.
Tour nei siti archeologici
Dato che è stata abitata nei secoli, non mancano le testimonianze legate ai Fenici, Romani e Bizantini. Un giro a tema può iniziare da Seruci con la reggia Nuragica, per proseguire a Villaperuccio, con la necropoli di domus de janas, le famose case delle fate o delle streghe. Sono delle tombe scavate nella roccia, di 5000 anni fa. Interessanti, poi, la fortezza fenicia di Pani Loriga nei pressi di Santadi e, soprattutto, la città di sant’Antioco, ex Sulcis.
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