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Il Parlamento Europeo vota per vietare le estrazioni e salvare l’Artico, ma in forma contraddittoria

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Il Parlamento Europeo vota per vietare le estrazioni e salvare l’Artico, ma in forma contraddittoria

mare artico

di Redazione | @travelglobemag

Con una risoluzione non vincolante approvata con 483 sì, 100 no e 37 astenuti, il Parlamento Europeo ha chiesto di salvaguardare l’Artico, un ecosistema labile, vietando le estrazioni di petrolio. Ma c’è chi ha già notato una contraddizione.

Perché l’Artico è in pericolo

I cambiamenti climatici stanno creando nuovi problemi ambientali e di sicurezza. Lo scioglimento della calotta artica, infatti, provoca l’apertura di nuove rotte di navigazione e di zone di pesca aumentando la competizione per assicurarsi le sue risorse naturali. Distruggere questa regione significherebbe accelerare il cambiamento climatico e ridurre la possibilità di avere acqua pulita, con devastanti conseguenze sulla riserva ittica.

Gli eurodeputati hanno sottolineato che l’Artico si sta riscaldando a velocità doppia rispetto alla media mondiale e che il mare ghiacciato è diminuito in maniera significativa a partire dal 1981. I primi a soffrire della situazione, naturalmente, sono i 4 milioni di persone che vivono nella regione, oltre alla flora e alla fauna. Le richieste del Parlamento Europeo sono state di vietare le trivellazioni petrolifere e bloccare l’utilizzo di olio combustibile nei trasporti marittimi nel Mar Artico.

Il dubbio degli ambientalisti

L’associazione ambientalista Bellona fa notare che in realtà il Parlamento Europeo ha respinto il totale divieto di trivellazione petrolifera e di gas approvando la richiesta di impedire l’esplorazione petrolifera nel Mar Artico. Gli eurodeputati hanno infatti respinto, con 414 voti contro 180, una mozione che chiedeva alla Commissione Ue e agli Stati membri di lavorare a livello internazionale per «Un futuro divieto totale di estrazione di petrolio e gas nell’Artico».

Nonostante ciò, Bellona si ice soddisfatta del risultato della risoluzione perché ha aperto una discussione sull’Artico.

Intanto Greenpeace annuncia che la multinazionale petrolifera spagnola Repsol è pronta a violare la moratoria istituita a fine legislatura dell’ex presidente Usa Barack Obama sull’estrazione petrolifera nell’Artide Usa. Repsol ha scperto un giacimento da 1,2 miliardi di barili di greggi a nord dell’Alaska, la maggioranza a terra ma in buona parte anche nel Mar Artico.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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