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La Sicilia occidentale e i suoi tesori: riscoprire la provincia di Trapani

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La Sicilia occidentale e i suoi tesori: riscoprire la provincia di Trapani

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Su una barca in uno specchio di mare blu senza fine o tra verdi aranceti e limoneti, con il viso baciato dai raggi del sole. L’economia della Sicilia occidentale, si basa principalmente sulla pesca e sull’agricoltura in un territorio che mantiene ancora quel suo lato selvaggio e affascinante. Un tratto di Sicilia che è del tutto diverso e si è integrato al resto della Trinacria solo con l’apertura dell’A29, ma sembra un microcosmo a parte tra distese chilometriche di vigne, colline verdeggianti e tratti di spiaggia che si mostrano all’improvviso tra una curva e l’altra provocando un meraviglioso moto d’animo.

Un territorio unico

In questo angolo di Trinacria sono stati i Fenici e gli Arabi a lasciare le maggiori influenze, più che i Normanni e i Greci, come è avvenuto nel resto delle province. Sulla costa settentrionale, una delle prime meraviglie che magicamente appare è Castellammare del Golfo costituito da piccoli centri balneari e diversi locali tipici nel centro abitato. Chi giunge da queste parti non può dimenticare il borgo di Scopello, con la meravigliosa spiaggia e le stradine tipiche che ne attraversano il Paese. Questo tratto di costa è tra i più belli dell’isola, punteggiato da calette nascoste e incontaminate e spiagge ghiaiose che si raggiungono attraverso sentieri impervi. La strada costeggia la Baia di Guidaloca, una piccola insenatura circondata da arbusti. Proprio qui si dice che Nausicaa trovò Ulisse e gli promise il suo aiuto. A questo punto proseguendo ecco Scopello, che un tempo serviva la vecchia tonnara sulla costa sottostante. Superato questo luogo idilliaco la litoranea porta verso la Riserva Naturale dello Zingaro, dove concedersi passeggiate meravigliose in mezzo alla macchia mediterranea, nei tratti in cui è aperta e giungere al mare. Questa è stata la prima riserva naturale istituita in Sicilia e vi nidificano almeno 40  specie di uccelli. Si trovano, inoltre, almeno seicento tipi diversi di flora.

Altro sito imperdibile in un giro in questo tratto di Sicilia occidentale è Segesta, le cui ore migliori per giungere sono quelle del primo mattino o del tardo pomeriggio. Il tempio che crea una scenografia unica, fu iniziato nel 424 a.C e oggi manca solo il tetto. Restano superbe le 36 colonne in pietra dorata del peristilio e poi la trabeazione, i due frontoni e il basamento a gradini. Tra metà luglio e l’inizio di settembre al teatro vengono organizzate opere teatrali e concerti. Calatafimi, invece, è protetta dai ruderi di un castello ma trovandosi a quattro chilometri dalla stazione ferroviaria, è meglio raggiungerla in auto o in pullman da Trapani. In questo luogo il 15 maggio 1860 fu segnata la prima vittoria di Garibaldi contro le truppe borboniche. E poi c’è Trapani, una delle principali città della Sicilia occidentale insieme a Palermo e Agrigento. Non è la più bella perché a tratti troppo moderna, ma ha un centro storico elegante. Nonostante i suoi monumenti non sembrino così appariscenti, in realtà rivelano che qui c’era una fiorente stazione commerciale punica grazie alla sua vicinanza con l’Africa e poi fu conquistata dai romani, dai vandali e dagli arabi.

L’itinerario nel cuore della Sicilia più vera prosegue dunque con una perla meravigliosa che è Erice. Nonostante non sia lontana dalla costa e dalle altre città citate, appare completamente diversa in un mondo tutto suo. Arroccata a 750 metri sopra il livello del mare e con temperature ben più basse, è un centro medievale in ogni angolo. Un dedalo di viuzze si inerpica sui fianchi del monte tra edifici di pietra grigia mentre in pochi sanno che fu fondata dagli elimi, che si consideravano discendenti dei troiani. L’atmosfera è incantata, tra fiaba e silenzi e l’antica Eryx era nota per un tempio dedicato a Venere che sorgeva sulla montagna che i marinai utilizzavano per orientarsi.

Tutti al mare

Nella zona la vera perla è San Vito Lo Capo, amatissima anche a stagione quasi finita per via della manifestazione di respiro internazionale, Cous Cous Fest. Questa località di villeggiatura dal mare cristallino e la sabbia fine e chiara, è ricca di ristoranti e negozietti che accontentano ogni esigenza del turista. Visitarla in bassa stagione, quando non è super affollata permette di scoprirla al meglio, ma in paese c’è un solo monumento da vedere che è la chiesa, simile quasi a una struttura fortificata. Lungo la spiaggia corre un piacevole lungomare, tra scogliere ai lati e fondali bassi. In città si possono visitare il Museo del Mare e Capo san Vito, un pianoro roccioso e battuto dai venti, con un faro recintato.

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