di Francesca Spanò | @francynefertiti

Migliaia di tulipani rossi che crescono spontanei, creando un effetto ottico spettacolare. Non siamo in Olanda, però, ma nella ben più vicina Sicilia e, precisamente a Blufi, piccola cittadina che in primavera si veste a festa. Una peculiarità che la sta facendo balzare agli onori della cronaca, attirando sempre più turismo, da parte di chi, giunto nella Trinacria, oltre al mare cerca natura, pace e bellezza. Senza mai dimenticare che il territorio in provincia di Palermo, vanta una proposta enogastronomica di tutto rispetto come il resto dell’isola, e angoli nascosti dove la cultura la fa da padrone.

Un tour a “Malupassu”

Questo il nome di Blufi in dialetto locale e si legge della sua esistenza per la prima volta nel periodo Medievale, attraverso un documento in cui la Chiesa concedeva a Federico II i possedimenti della zona. Fino a maggio, però, è più il colore della meravigliosa specie floreale a colpire, in particolare nella parte del Santuario della Madonna dell’Olio. Una distesa di tulipani che nessuno ha mai piantato e, puntualmente, torna a fiorire regalando bellezza e armonia in un campo coltivato a mandorli. Incorniciata dal cielo, dolci rilievi, mandorli e alberi di ulivo, crea una scenografia a cielo aperto, degna di un quadro impressionista.

Una specie particolare

Quello che concede agli occhi un effetto meraviglioso è il Tulipano Precoce o Tulipano di Raddi dal nome del noto botanico fiorentino. La sua caratteristica principale è quella di essere piuttosto forte, tanto da non temere la mano dell’uomo dei campi, aratura in primo piano. I bulbi, infatti, sono molto profondi e tornano a rinascere al momento in cui la natura si risveglia dopo l’inverno. Sulla statale 290, lo spettacolo ha inizio quando ancora nelle altre regioni di Italia, i cappotti non sono stati conservati negli armadi e stupisce visto che non si parla certo di una specie vegetale che è tipica da queste parti. Vero è che, però, i tulipani si vedono facilmente più a nord in Italia, provengono dalla Persia e il loro nome in lingua locale, significava turbante. In Europa, per la prima volta sono giunti a fine Cinquecento, grazie al botanico olandese Carolus Clusius e da allora sono fiori amatissimi, dai quali si sono ottenuti diversi speciali incroci.

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