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Forest Bathing: dal Giappone l’arte di curarsi tra i boschi

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Forest Bathing: dal Giappone l’arte di curarsi tra i boschi

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di Francesca Spanò | @francynefertiti

Il bosco cura: corpo e mente. Una verità che arriva dall’Oriente e che l’Occidente ha sempre, solo, sospettato. Una pratica nata in Giappone è, a tal proposito, quella del Forest Bathing che rivela come le foglie degli alberi siano in grado di rilasciare oli buoni e rinforzare il sistema immunitario. Basta provare, per rendersi conto, in un periodo in cui aumentano i viaggi alla ricerca di erbe e rimedi naturali per curare stress e piccoli malanni fisici.

I principi di una pratica semplice

Secondo questa filosofia di vita, basta semplicemente cercare un’area ricca di verde ed iniziare a camminare lentamente. Lo Shinrin-yoku o forest bathing, dunque può essere talmente efficace al proprio relax e benessere, da essere diventato un principio base di medicina preventiva in mezzo mondo. Non è nemmeno un caso, del resto, che si sia fatto strada nel paese più tecnologico del mondo.

Meno pc, più natura

Lo hanno iniziato a consigliare i medici nel Paese del Sol Levante: il pc va usato con moderazione, soprattutto se si passano già tante ore in ufficio davanti ad uno schermo. Bisogna ritrovare il contatto con la natura e con se stessi. Basta anche un’ora per staccare la spina, con una passeggiata rilassante che diminuisce la stessa pressione alta. Sono gli alberi in primo luogo a vantare grandi benefici. Pare che le loro foglie rilascino sostanze buone ed oli essenziali che rinforzano il sistema immunitario.

Dove provare l’esperienza in Italia

A 15 km da Parma, tra querce e faggi: qui amava perdersi la duchessa Maria Luigia, in quello che oggi è il Parco Regionale dei Boschi di Carrega. Vi si trova il B&B Il Richiamo del Bosconse che oltre ad offrire un soggiorno carico di ogni comfort, organizza corsi di cucina naturale e passeggiate guidate nel verde.

In Umbria, tra cerri e ulivi: tra sentieri antichi oggi recuperati, ci sono venti chilometri che si muovono intorno all’Hotel Castello di Petroia (PG). Sono le zone che nel Quattrocento dipinse il Perugino e così fece anche Piero della Francesca, tra Perugia e Gubbio. Nella zona anche pini e salici su 250 ettari, così come olivi da cui si produce olio extra-vergine usato nell’albergo. In tutto si tratta di circa seimila piante.

Nello Stelvio, tra abeti rossi e bianchi: e anche larici e il pino cembro. Crescono nel Parco Nazionale dello Stelvio, vicino al Kristiania Leading Nature & Wellness Resort di Cogolo di Pejo (TN), in Trentino. qui c’è anche un centro benessere dove i prodotti sono tutti naturali e si possono raccogliere le erbe d’alta quota ai piedi dell’Ortles, la vetta più elevata del Trentino, per provare il loro potere di bellezza.

Tra i pini silvestri a 7 km di Bressanone: si trovano intorno al Lago naturale di Flötscher Weiher, dove gli aironi sostano prima di riprendere il volo. Da poco è stato inaugurato l’Hotel Seehof di Naz (BZ), dopo una ristrutturazione, con il suo esclusivo programma Natura Retreat. In più, ci si può rilassare nel bosco circostante o nel laghetto o scegliere trattamenti cosmetici e massaggi base di oli puri naturali ed erbe selezionate, che provengono dal territorio e sono suddivise per colore. Il giallo è a base di melissa, citronella e calendula ed ha effetti rigeneranti. Il rosso è a base di rosmarino ed arnica, per donare nuova energia ai muscoli. Il blu è il colore della malva, che con le rose e i semi di lino.

Pino mugo, larice, abete rosso, nel parco alpino: e non mancano mirtilli e rododendri. Nel Parco Naturale Fanes – Sennes –Braies in Alto Adige/Südtirol, orge l’Excelsior Dolomites life resort****S di San Vigilio di Marebbe (BZ) a pochi passi tra pini, aria pura di montagna, fiori ed erbe officinali, sorgenti d’acqua e, ovviamente, le Dolomiti. In questo contesto sorge il Castello di Dolasilla.

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