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La valle di Soganli in Cappadocia, il monastero di Keslik e le bambole di stoffa

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La valle di Soganli in Cappadocia, il monastero di Keslik e le bambole di stoffa

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Rocce appuntite dall’aspetto aspro e affreschi in tinte pastello, in grado di regalare una nota di colore all’intera valle. Soganli è un microcosmo di silenzi, dove è il paesaggio a sussurrare una storia di secoli e tesori restituiti alla vista, in una fitta trama di piccole abitazioni e monasteri quasi sospesi tra cielo, tufo e falesie di basalto. L’attrattiva principale è la tranquillità, in un angolo che è stato dimora eletta dalle colombe, con rifugi dalla geometria perfetta realizzati per mano dell’uomo. Il loro guano, infatti, era usato per l’agricoltura biologica e oggi, le minuscole aperture tra i rilievi della Cappadocia, sembrano finestre aperte su un paesaggio fatato, come quello dell’Anatolia. In particolare, erano i monaci a prediligere tale tipo di fertilizzazione, specialmente per le viti che producevano uva più dolce.

Una piccola valle di Goreme

Soganli è quasi la versione in miniatura di Goreme, in un fazzoletto di terra che un tempo ospitava fino a cento chiese di notevole pregio. Oggi ne sono rimaste solo sei, in buone condizioni, e si possono visitare nell’arco di una giornata. Una notevole differenza sta proprio nelle sfumature cromatiche che qui sono molto delicate, al contrario di Goreme, dove i restauri hanno riportato alla luce pennellate più vivide. E questa è anche la zona delle bambole di stracci colorati, realizzate a mano dalle donne locali e in vendita poi in tutta la regione.

Visita al monastero di Keslik

Tra le piramidi naturali sono state scavate numerose grotte intervallate da verdi sentieri e, quasi nascosto, un villaggio turco dove la gente vive ancora seguendo uno stile di vita tradizionale. E poi non mancano i canyon e i paesaggi a perdita d’occhio e, nella fitta vegetazione, ecco che a sorpresa si scorge il monastero di Keslik, detto Monastero degli Arcangeli da visitare godendo del panorama circostante. Nella Chiesa Nera ci sono due navate parallele, ma gli affreschi sono anneriti dal fumo e quasi per nulla visibili. Il refettorio, invece, poteva accogliere fino a cento persone ed è costituito da una sala tagliata in due dagli archi. Proseguendo, si incontra la chiesa di Santo Stefano, del IX secolo, carica di affreschi molto belli a vivaci colori.

Nella struttura abitavano i monaci che vennero qui per diffondere il Cristianesimo.

La storia, le chiese

Soganli sorge a 25 km da Derinkuyu, una zona di piccionaie ricavate dai templi religiosi abbandonati. Le chiese presenti sono decorate principalmente con l’azzurro, il verde, il rosso e il nero e il beige. Degna di nota è la Chiesa di Santa Barbara, in realtà formata da due edifici contigui. Il suo stato architettonico non è perfetto e nei resti dei dipinti c’è la figura di una donna che è stata attribuita proprio a Santa Barbara, fornendo così il nome al complesso.

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