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La Linea Gotica a 70 anni dalla Liberazione

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La Linea Gotica a 70 anni dalla Liberazione

[b]di Devis Bellucci | @devisbellucci[/b]

Attraversava l’[b]Italia[/b] da Massa-Carrara fino a Pesaro, sulla costa Adriatica. Un fronte di oltre 300 chilometri lungo i rilievi delle Alpi Apuane, la Garfagnana e l’Appenino tra [url”Modena”]http://travelglobe.it/Detail_News_Display?ID=74677&typeb=0&Siti-UNESCO-in-Italia-10-luoghi-da-vedere-che-forse-non-conoscete[/url], Bologna e Forlì. Era la Grüne Linie o Linea Verde, più conosciuta come [b]Linea Gotica[/b], una fitta rete di fortificazioni realizzata dalle armate tedesche per fermare l’avanzata delle truppe alleate verso nord. Questo articolato sistema di trincee, campi minati e bunker, bloccherà il fronte fino alla primavera del ’45. Il collasso della Linea Gotica aprì la via alla Liberazione, ma il tributo pagato dagli Alleati e dai civili fu enorme, con la totale distruzione di interi centri abitati. Sono passati 70 anni da allora. I segni morali e materiali di quei fatti rimangono tanto nei racconti dei testimoni, quanto nei resti di fortificazioni e trincee abbandonate. Insieme a Musei, Cimiteri di Guerra e Sacrari, sono preziose opportunità per un’esperienza di scoperta e approfondimento storico, spesso in scenari naturali di grande bellezza.

[b]LUOGHI E SENTIERI DELLA MEMORIA A MONTESE[/b]

Montese, in provincia di Modena, rappresentò il margine nord-occidentale della Linea Gotica. I tedeschi erano arrivati nell’estate del ’44, attestandosi in particolare sulle alture di Monte Buffone e Montello. L’arrivo della Forza di Spedizione Brasiliana e della 10a Divisione da Montagna USA segnò l’inizio dell’offensiva finale contro la Linea Gotica. Oggi la rete dei Luoghi e dei Sentieri della Memoria si snoda per una ventina di chilometri all’interno del territorio montesino, tra piccoli centri abitati e boschi di castagni secolari. Il percorso è semplice e ben segnalato. Si possono visitare le trincee e le postazioni della Lastra Bianca a Montello, i resti del sistema difensivo tedesco a Ronchidoso, le fortificazioni recuperate e le trincee del Monte Terminale, del Monte Belvedere e del Monte della Torraccia. Da non perdere il bellissimo Museo di Iola, inaugurato nel 2011 e ospitato nella canonica seicentesca. Accanto agli spazi espositivi che celebrano la civiltà contadina, l’ampia sezione dedicata alla Seconda guerra mondiale espone numerosi reperti bellici.

[b]IL PARCO STORICO DI MONTE SOLE[/b]

Nell’autunno del ’44 il territorio dei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi è stato teatro di uno fra i più gravi crimini di guerra compiuto dai fascisti italiani e dalle forze armate tedesche in Italia, che causò la morte di centinaia di civili inermi. Oggi il Parco Storico di Monte Sole si estende sull’area coinvolta nell’eccidio. L’itinerario della memoria tocca i resti della Chiesa di San Martino, quelli della chiesa di Santa Maria Assunta e il cimitero di Casaglia, in cui vennero uccise quasi duecento persone. Poco distante, il campo trincerato di Monte Caprara, dove i soldati tedeschi si attestarono dopo la strage. I fatti di Monte Sole vengono raccontati dal regista Giorgio Diritti nel commovente L’uomo che verrà, visti attraverso gli occhi di una bambina di otto anni, sopravvissuta al massacro insieme al fratellino.

[b]PASSO DELLA FUTA E CIMITERO MILITARE TEDESCO[/b]

Siamo sulle montagne tra Firenze e Bologna, laddove l’esercito tedesco aveva realizzato uno fra i più complessi sistemi difensivi dell’intera Linea, con estesi campi minati, postazioni di artiglieria, trinceramenti difesi da filo spinato e casematte in cemento. Il tutto si rivelò inutile, dato che gli americani decisero di attaccare al Passo del Giogo, meno fortificato. Ci sono numerosi percorsi escursionistici che permettono di visitare il teatro della battaglia attorno ai due valichi. Nei dintorni del borgo di Santa Lucia restano alcune tracce del fossato anticarro, in origine lungo oltre cinque chilometri, insieme ad alcuni bunker. Poco lontano dal Passo della Futa si trova anche il Cimitero Militare Germanico, che si estende su un’area di circa dodici ettari e custodisce le salme di oltre 30.000 soldati.

[b]MUSEI[/b]

Uno dei musei che meglio racconta la Linea Gotica è il Museo della Guerra di Castel del Rio, in provincia di [url”Bologna”]http://travelglobe.it/Detail_News_Display?ID=80563&typeb=0&I-segreti-di-bologna-la-citta-che-affacciava-sui-canali[/url]. Inaugurato nel 1978, comprende una biblioteca tematica e centinaia di cimeli militari. Molto suggestivo anche il Museo Storico della Linea Gotica Orientale a Montescudo, nel Riminese, realizzato all’interno della Chiesa di Trarivi. Una parte della struttura, devastata dai combattimenti nel ’44, è stata lasciata volutamente in rovina. Oggi la chiesa è nota come Chiesa della Pace e della Riconciliazione. Periodicamente i veterani di varie nazioni tornano fra questi muri frantumati, a portare le proprie testimonianze. Siedono davanti alle scolaresche, sotto al cielo che attraversa la volta priva di copertura. Non ci sono più nemici, ma solo amarezza e avvertimenti. Nelle loro parole la guerra diventa una medesima oscurità, senza più declinazioni.

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