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Il fascino dei Dervisci Rotanti in Cappadocia: danza, simbologia e spiritualità

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Il fascino dei Dervisci Rotanti in Cappadocia: danza, simbologia e spiritualità

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Movimenti ipnotici che nascondono una simbologia e una spiritualità ricercata e profonda, rendono l’esibizione dei Dervisci Rotanti in Cappadocia (e in Turchia, in generale) un’esperienza emotivamente importante. I corpi che diventano espressione di danze geometriamente perfette, proiettano lo spettatore in un mondo particolare, in una sorta di viaggio dove scoprirne una doppia natura: quella spettacolare  quella storico-culturale.

Chi è il derviscio

Letteralmente il suo nome significa “Povero” o “monaco mendicante” e fa parte di una delle confraternite islamiche sufi che hanno scelto di raggiungere un processo salvifico, attraverso il distaccamento dalle passioni mondane e dalle ricchezze materiali del mondo. Simili ai frati mendicanti cristiani vivono come asceti la loro vita e sono considerati al pari dei saggi. In Turchia, in particolare, è l’Ordine dei Mevlevi a praticare la famosa danza turbinante, che oltre a essere un piacere per gli occhi, ha l’intento di permettere di raggiungere quasi l’estasi mistica.

Antiche danze sacre

Rappresentano l’espressione più antica per permettere il passaggio dei “misteri” giunti all’uomo dalla notte dei tempi, attraverso un lungo processo di preparazione fisica e psicologica. Ogni movimento trasmette una informazione, per cui basterebbe non essere precisi per comunicare altro. La danza roteante, in pubblico, viene eseguita solo in parte ma mostra comunque il vero universo di questa preziosa filosofia. Mentre il Derviscio di muove compie un particolare esercizio interiore e riesce a mantenere un equilibrio a livello emozionale e intellettivo, che solo con anni di esperienza può ottenere. Questa fase è detta “Comunione con Allah” e arriva dopo un apprendistato lungo seguito con l’aiuto di maestri e tecniche raffinate. Ecco perché un vero Derviscio, dovunque si esibisca, non è mai un danzatore per turisti ma un comunicatore di segreti profondi attraverso il movimento.

L’abbigliamento, la cerimonia del roteare, la simbologia

Il cappello è conico e di colore chiaro, mentre il mantello è lungo e nero. Il copricapo in particolare simboleggia la tomba dell’ego, mentre l’ampia gonna bianca indica il sudario dell’ego. L’accompagnamento musicale, ancora, rappresenta il respiro di Dio, specie durante il suono del ney, il flauto di canna. Per i dervisci è importantissimo il sema, o cerimonia del roteare, composta da sette parti, con differenti significati. L’amore, la condivisione del sentimento divino tra gli esseri umani, riguarda il tema centrale, mentre le prime tre parti sono preghiere, auguri e improvvisazioni musicali. Poi si passa alle quattro formule di saluto: la verità attraverso la conoscenza, lo splendore della creazione, la sottomissione totale a Dio e l’accettazione del destino.

Nella danza, quando i dervisci allungano le braccia lasciano che l’energia divina entri dal palmo destro, attraversi il corpo ed esca dal palmo sinistro scaricandosi a destra. Il movimento ha termine con un inchino, che indica il ritorno a una condizione di sottomissione.

La storia

L”ordine dei dervisci rotanti  o ordine di Mevlevi, fu fondato dal mistico sufi Celadeddin Rumi (o Mevlana) nel tredicesimo secolo. Lui credeva che la danza e la musica fossero in grado di indurre una fase estatica negli individui di amore universale. In più, potevano liberare l’uomo dall’ansia e dal dolore della vita quotidiana. I suoi sei volumi del Mesnevi, riguardano 25mila poesie che venivano lette nelle tekke (gli alloggi dell’ordine).

Cappadocia: la cerimonia nello storico caravanserraglio

In Cappadocia, si può assistere alla cerimonia dei Dervisci Rotanti anche al Saruhan Exhibition and Culture Center (Yeni kayseri Yolu 6 kmNevsehir 505000). Si tratta di un appuntamento quasi imperdibile, perché rappresenta una parte fondamentale della tradizione e cultura turca. Il caravanserraglio è detto anche Giallo e fa parte di una serie di strutture simili realizzati dai Selgiuchidi lungo il tracciato della Via della Seta, che attraversa questa parte del Paese. Il suo reale valore è dato dal fato che è ottimamente conservato e il Sarihan fu realizzato nel 1249 a 6 km a est di Avanos. Presenta un portale sormontato da una piccola moschea e da quando nel 1980 è stato restaurato, è diventato un noto centro culturale. Un progetto, insomma, assolutamente lontano da un tempo, quando era il punto di ristoro di cavalieri e cammellieri, ma di grande valore.

Il significato profondo

Tutte le cose e tutti gli esseri viventi, così come ogni particella dell’Universo, girano. Il ritmo è continuo e straordinario e il derviscio, con la sua danza, emula e rivive questo processo primordiale. Nella prima fase della danza si elogia il Profeta e, quindi, Dio. Nella seconda, il colpo di tamburo indica un comando del divino che diventa un soffio nella terza, quando arriva il flauto. Nella quarta fase, sono previste tre marce circolari, il “Devri Veledi” che simbolizzano il saluto delle anime nascoste nei corpi, mentre si ascolta musica ritmica.Il Derviscio inizia a girare da destra a sinistra e abbraccia al cuore la creazione e tutto il mondo. Nella quinta fase, ci sono quattro saluti che simboleggiano la nascita dell’uomo e la sua presa di coscienza, poi la conoscenza delle meraviglie della creazione divina, l’estati mistica e la fine della musica con la fine del viaggio profondo. Dopo la lettura del Corano, si conclude l’esibizione con la preghiera di riposo delle anime.

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