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Miti e leggende sulla storia del caffè

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Miti e leggende sulla storia del caffè

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di Federica Giuliani

Il caffè è una passione soprattutto italiana e ogni giorno, nel web, circolano immagini e frasi che lo riguardano. Intorno alla sua storia ci sono miti e leggende, che forse non tutti conoscono e che vi voglio raccontare.

Il termine arabo qahwa indicava il succo prodotto da alcune bacche scure dall’effetto eccitante e stimolante. Presto da qahwa si passò alla parola turca kahve attraverso un progressivo restringimento di significato, parola che poi, in italiano, è diventata caffè.

Origini del caffè

Forse non sapete che attorno a questa bevanda aleggiano molti miti e leggende. Una di queste narra che il caffè sia stato scoperto dall’Imam di un monastero arabo, il quale preparò un decotto e lo fece gustare a tutti i monaci del convento, che rimasero svegli senza fatica tutta la notte. Una più nota storiella racconta invece di Kaddi, pastore arabo, che avendo portato al pascolo le sue capre, notò meravigliato come esse mostrassero segni di eccitamento dopo aver mangiato le bacche di una pianta che cresceva spontanea. Il pastore non riuscendo a spiegare l’accaduto, lo sottopose al vecchio abate Yahia il quale, intuendo quali fossero le proprietà della pianta, ne fece una bevanda amara e ricca di calore che rinvigoriva il corpo, liberandolo da sonno e stanchezza.

Il caffè nell’arte

Qualunque sia la sua origine, i resoconti di molti viaggiatori testimoniano che l’uso del caffè fosse piuttosto diffuso in tutto l’Oriente islamico già alla fine del XVI secolo. Nel teatro, nella musica e nell’arte è da sempre stato menzionato. Lo raffigura Manet nell’opera Coppia al “Pere Lathuille”. Il caffè non manca nemmeno in uno dei numerosi schizzi di Scipione Vannutelli, disegnatore e apprezzato pittore romano attivo nella seconda metà dell’Ottocento. Raffinato ed elegante è il caffè dipinto dall’impressionista francese Renoir in “Alla fine della colazione”. Infine, nell’opera “L’elisir d’amore”Gaetano Donizetti, nell’aria finale del secondo atto, dice: “Egli è un’offa seducente, pei guardiani scrupolosi, è un sonnifero eccellente, per le vecchie, pei gelosi; dà coraggio alle figliuole, che han paura a dormir sole; svegliarino è per l’amore più possente del caffè.”

Come degustare il caffè

Personalmente posso dire di aver imparato ad apprezzare questa bevanda in tutta la sua pienezza quando un sommelier mi ha insegnato ad assaporarlo amaro. Non ha preteso che eliminassi lo zucchero da subito ma mi ha consigliato di versare nella tazzina un po’ di zucchero, ma di non girarlo con il cucchiaino. Avrei dovuto muovere la tazzina in senso circolare in maniera che lo zucchero togliesse solamente l’amaro di fondo senza alterarne l’aroma. Per qualche tempo ho fatto così poi, senza nemmeno accorgermene, ho iniziato a berlo completamente amaro e devo dire che ora non potrei più fare altrimenti.

Il caffè nel mondo

Il caffè, però, non è un piacere solamente per gli italiani. L'[b]Ungheria[/b], ad esempio, conserva una lunga tradizione di caffè letterari. Fin dai primi dell’Ottocento intellettuali, scrittori e artisti avevano l’abitudine di incontrarsi nei bistro. In alcuni, talvolta, avevano sede addirittura le redazioni di riviste periodiche. Dopo un declino subito nella seconda metà del Novecento, oggi hanno riacquistato fascino e importanza per gli ungheresi. Moltissimi sono i caffè dal sapore coloniale, con divani in pelle, grandi ventagli in foglie di palma, mensole piene di libri di ogni genere e musica rilassante in sottofondo. Sono luoghi dall’atmosfera elegante in cui riposarsi e riscaldarsi durante le rigide giornate invernali. Senza rinunciare a un delizioso e aromatico caffè che, ho scoperto, sanno preparare egregiamente.
Diverso, come metodologia di preparazione, è il [b]caffè turco[/b], da poco Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. La polvere utilizzata deve essere macinata molto finemente e per prepararlo si utilizza un bricco d’ottone, l’ibrik, dove il caffè viene mescolato ad acqua e zucchero.
In [b]Siria[/b], infine, è abitudine aggiungere alla ricetta qualche bacca di cardamomo, che gli conferisce un tocco particolarmente aromatico.

Voi come lo preferite?

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