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In Giordania a un banchetto beduino

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In Giordania a un banchetto beduino

di Francesca Spanò

Un vero viaggiatore è colui che non vede orizzonti, ma solo confini da superare. Ha imparato che una meta va scoperta ma, soprattutto, vissuta e non basta osservarne le meraviglie con gli occhi, bisogna conoscerne le tradizioni e i sapori. Chi sceglie la Giordania e si ferma a Petra e nelle limitrofe aree turistiche resterà certamente affascinato da questa terra mitica, ma non ne avrà raccolto l’essenza. Un sorriso, una stretta di mano, la luce in fondo agli occhi degli abitanti, anche i più poveri è il modo per superare quella porta che separa il turista da quell’universo che quasi fa paura e che si chiama avventura. Tra i tour alternativi in questo tratto di mondo, una delle esperienze più intense è quella di prendere parte ad un banchetto beduino.

Il paesaggio rappresenta la cornice perfetta a regalare la sensazione di trovarsi fuori dal mondo e mentre si sorseggia un caffè al cardamomo, nell’aria si sente l’aroma delle spezie utilizzate per preparare l’agnello arrosto allo yogurt. Niente posate e tavole imbandite, qui le abitudini sono informali e il must è la convivialità. Il Wadi Rum giordano con le sue rocce color cannella sembra dipinto in lontananza, ma arrivare in un campo beduino è tutto un crescendo di emozioni.

Il menù tipico giunti al villaggio

Come silenziosi guardiani a fare compagnia al visitatore curioso che giunge tra tende rivestite di pelli di capra, ci sono tante palme. Dopo le relative presentazioni allo sceicco, si gusterà tutti insieme un caffè e ci si preparerà a gustare le pietanze. Da un forno scavato nel terreno, verrà preparato l’arrosto servito con riso e pinoli accompagnato da pane sottile che serve a raccogliere porzioni di humus e baba ghanouj (la pasta di sesamo e melanzana). Per chi ha ancora fame, sarà poi il tempo di gustare i pezzi di pollo all’aglio allo spiedo. Da non dimenticare il tabbouleh, il piatto tipico locale con grano, prezzemolo, pomodoro, cipolla, menta e limone.

Quando andare, quanto restare e dove organizzare una escursione di questo tipo

Il periodo migliore per prevedere un simile avventura non esiste, perché si può andare tutto l’anno, anche se gennaio resta il mese più freddo, mentre luglio è caldissimo. Per prendere parte ad un simile banchetto nella parte sud-ovest della Giordania, vi basteranno due giorni o una settimana se volete conoscere meglio la zona. Ad organizzare il pasto tradizionale ci pensa il centro visitatori del Wadi Rum e se volete vivere una esperienza completa, portate con voi una tenda per il pernottamento, anche se le alternative non mancano. Potrete dormire in una “casa di pelo” in stile beduino o in un hotel o campeggio più lussuoso.

Curiosità

Attenzione al bon ton: è usanza locale offrire tre tazze di caffè, non di più. Una è per l’anima, una per la spada e l’altra per l’onore dell’ospite.

Altri tour da non perdere

Se vi trovate in zona, dovreste non perdere, un paio di percorsi molto particolari.

1- In primo luogo potreste salire sulla seconda vetta più alta della Giordania, il Jabal Rum, sempre tramite il centro visitatori.

2- Ancora, potreste scegliere un tour in jeep al Barrah Canyon, dove il sole all’alba o al tramonto crea colori unici sulle rocce.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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