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Food Truck in Italia: dove trovarli e come fare per aprirne uno

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Food Truck in Italia: dove trovarli e come fare per aprirne uno

di Maddalena De Bernardi

Un tempo era sinonimo di vacanze e domeniche allo stadio avvolte dai sapori di carne alla griglia e patatine, oggi è la rivincita dell’alta gastronomia: il trend legato ai food truck, che in Paesi come gli Stati Uniti costituiscono una mappa del gusto affermata e di successo, sta facendo la sua comparsa anche in Italia, dove la tradizione del cibo da strada è secolare e nota in ogni angolo del mondo.

Materie prime scelte, un’organizzazione sempre più spesso imparentata con forti dosi di creatività e una cucina che non passa inosservata: ecco i tre ingredienti speciali in grado di portare un food truck al successo.
Alcuni food truck d’autore presentano vetture ormai considerate storiche come l’Ape, economica e al tempo stesso ironicamente buffa. Il risultato finale è un piccolo ristorante mobile connotato da sfumature accese, ricette intriganti da consumare direttamente per strada e una presentazione al pubblico che sceglie di essere unica, meditata, mai banale.

Come aprire un Food Truck

Se l’attività di ambulante stuzzica la vostra attenzione, dovete innanzitutto fermarvi a riflettere: cosa desiderate proporre al pubblico? Un focus mirato su un’idea precisa insieme alla consapevolezza di ciò che potrebbe essere il vostro punto di forza può contribuire a creare un buon progetto.

Essere riconosciuti e ricordati passa attraverso una buona cucina, ma anche i piccoli dettagli che sanno differenziare un marketing efficace. È per questo che molti proprietari di food truck oggi sono consci dell’importanza di essere sui principali social network e utilizzare la rete internet per condividere il proprio lavoro, dando a una vasta platea la possibilità di conoscere un’attività anche attraverso la storia di chi ha avuto il coraggio di realizzarla.
Il primo punto da affrontare? La burocrazia. Armatevi di pazienza e curate gli aspetti burocratici e legali: è bene conoscere il territorio in modo approfondito poiché le leggi variano da territorio a territorio. In Italia per avviare un food truck è necessario essere in possesso di partita IVA, iscrizione all’INPS e presso la Camera di Commercio. Inoltre dovrà essere richiesto un permesso comunale insieme al pagamento di una tassa per l’occupazione di un’area pubblica.
Una volta individuato il mezzo giusto per le vostre esigenze, è tempo di stipulare l’assicurazione e ottenere la licenza necessaria in modo da poter vendere prodotti alimentari. Per evitare brutte sorprese informatevi prima sui termini e le esigenze nella preparazione dei cibi a livello sanitario italiano, eviterete multe salate.

Creare un progetto di successo

Dedicare del tempo a un’indagine approfondita sui locali e le abitudini della zona in cui si desidera lavorare è essenziale, perché permette di arrivare sul campo con un’idea chiara della concorrenza: osservate le persone e puntate a scoprire se, nell’area in cui vi posizionerete, esistono uffici, scuole, fiere. Avere dei buoni fornitori, con cui instaurare un rapporto di fiducia e un buon dialogo, è un ulteriore fattore importante.

In Italia esistono numerosi vincoli legati alla preparazione dei cibi e l’igiene negli ambiti della ristorazione. Inoltre di frequente ci si trova in presenza di aree in cui mancano servizi che altrove è facile trovare (per esempio attacchi per l’elettricità), tuttavia un food truck, se pensato e organizzato in modo solido, permette di avviare un’attività con costi decisamente meno elevati rispetto ai passi necessari per l’apertura di un ristorante. Nel nostro Paese lo street food ha una lunga tradizione e oggi permette a chi è del mestiere di mostrare le proprie doti includendo una cultura del cibo che stringe la mano alle buone cose di una volta.

Pizza, cibo vegetariano, piatti tipici regionali, fritture di pesce o arancini, senza contare le piccole invenzioni gastronomiche d’autore nate dall’amore per l’alta cucina: dai friarielli napoletani alle specialità emiliane o piemontesi, lungo la penisola italiana il food truck combatte la crisi con il sapore della creatività e una ricetta salva-futuro.

Gli esempi da seguire

Tanti sono gli esempi di food truck italiani a cui ispirarsi. Tra i molti segnalo l’Ape scottadito ad Ascoli Piceno dove pesce fritto, le olive ascolane diventano poesia. Tigella Mozao, invece, si trova a Roma e non è difficile capire cosa preparino: ottime tigelle che potete trovare tra Garbatella, Piramide, Ostiense, Tuscolana. Infine, a Firenze, cercate La Toraia per assaggiare hamburger di Chianina doc e hot dog di maiale toscano, preparati al momento e fatti con carne proveniente dagli allevamenti della fattoria La Fratta di Sinalunga, in Valdichiana.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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