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La Tour Eiffel e la casa segreta del progettista

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La Tour Eiffel e la casa segreta del progettista


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di Francesca Spanò | @francynefertiti

Poteva essere un talentuoso progettista come tanti, invece Gustave Eiffel, ha fatto la storia. Sì, perché ha costruito l’omonima torre, simbolo di Parigi, in occasione dell’Expo del 1889. E un appartamento segreto in cima, se lo meritava di certo. Aveva bisogno di un po’ di privacy, per pensare, rilassarsi e magari osservare il panorama. In tal modo, non si riservò enormi spazi, ma una accogliente dimora dove l’élite locale del periodo poteva rifugiarsi un attimo e osservare Parigi da un interessante punto di vista.

L’altezza, infatti, era di circa 300 metri e la vista mozzafiato. Per un certo periodo, i pochi a conoscenza della casetta unica nel suo genere, lo invidiarono profondamente e non tanto perché Eiffel era diventato uno degli uomini più ricchi, ma proprio per l’idea di avere un appartamento nel monumento più bizzarro del secolo. Qualcuno voleva comprarlo, altri si accontentavano di affittarlo ed erano disposti a pagare cifre astronomiche per averlo. Eiffel non accettò di cedere il suo rifugio nemmeno per una notte, nemmeno ad ospiti come Thomas Edison che comunque trascorse con lui in loco qualche ora e gli regalò una macchina fonografica.

Si trovava al terzo piano della Tour Eiffel e non era per nulla collegato allo stile freddo se vogliamo dell’opera. Niente travi in acciaio, insomma, ma arredi semplici e carta da parati. I mobili erano tradizionali e realizzati da artigiani francesi. Dentro, però, aveva fatto portare pure oggetti a lui cari, come un pianoforte a coda, perfetto del resto per creare una certa atmosfera. Accanto c’erano delle stanze che servivano come laboratorio scientifico. Dopo la sua morte è stato chiuso per tanto tempo, ma oggi è di nuovo visitabile con tanto di manichini e arredi originali.

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