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Portogallo: alla ricerca degli azulejos più belli

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Portogallo: alla ricerca degli azulejos più belli

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Bellezza e fascino rappresentano al meglio il [b]Portogallo[/b], dove sembra di vedere ancora l’arrivo di esploratori che cercavano nuove rotte per le Indie. Nel 1400 le spezie erano merce assai preziosa, così come i prodotti esotici, ma durante i viaggi capitava di scoprire dei veri tesori ed è così che ci si trovava di fronte a meraviglie territoriali. Puntualmente, poi, ripresi nelle opere d’arte. Erano quasi sempre un mix tra mito e realtà ed oggi tra gli [b]azulejos[/b] più famosi c’è ancora quello che riguarda proprio il “Capo delle tormente”, il mitologico Adamastor. Si trova al Buçaco Palace, nella cittadina di Mealhada all’interno del distretto di Aveiro. Qui, splendide maioliche si notano dovunque, dalle facciate delle chiese, alle case, fino alla stazione.

Azulejos: cosa sono è perché sono rappresentativi

Si tratta di piastrelle di terracotta, subito riconoscibili perché sono sempre dipinte di bianco e azzurro. Ciò che rappresentano dipende dai casi, così come la loro grandezza che può arrivare a riprendenre dei veri e propri pannelli murali. Non di rado vi si scorgono personaggi mitici o battaglie, ma anche motivi floreali o elementi cittadini. Interessante è pure quello al Miradouro de Santa Luzia a Lisbona che mostra la Praca do Comercio prima del devastante terremoto del 1755.

Origine del termine

Probabilmente si riferisce alla parola portoghese “azul” cioè azzurro, proprio dal colore tipico. La tecnica pare sia stata tramandata dai Mori e forse il significato originale era “piccola pietra levigata”. La loro diffusione in terra lusitana, però, è dovuta soprattutto agli artigiani locali, a partire dal XVI secolo in poi. Da quel periodo cominciarono ad essere prodotti per le chiese e i monumenti solo che all’inizio erano policromi. Il bianco e il blu giunsero quando arrivarono le porcellane Ming provenienti dalla Cina. Un altro giro interessante da questo punto di vista è quello verso il Museo Nacional do Azulejo a Lisbona nell’ex convento da Madre de Deus. Qui viene riproposta l’evoluzione dei primi disegni moreschi fino alle epoche più moderne. In ogni caso, nel Paese si trovano un po’ ovunque, anche se non sono esempi particolarmente noti.

Da non perdere di sicuro ci sono: le scene di caccia nella Sala dos Brasões del Palacio Nacional de Sintra, gli interni dell’Igreia de la Misericordia di Evora, la fontana nel parco di Cascais, i pannelli dell’Igreja de Santo Ildefonso nella piazza di Batalha, l’entrata del castello di Óbidos e soprattutto gli azulejos dell’Estação Ferroviária de São Bento e quello enorme dell’Igreja do Carmo, entrambi a Porto. A Lisbona, si può concludere il tour con un giro nei quartieri del Bairro Alto e dell’Alfama fino a Belem.

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