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Petra: la Giordania nella storia dei Nabatei

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Petra: la Giordania nella storia dei Nabatei

di Federica Giuliani | @traveltotaste

Petra la variopinta – come dice il suo nome semitico – è situata in una vallata a est del Wadi Araba, nella parte sud della Giordania. Il sito archeologico racconta una storia antica, che risale al 7000 a. C, ma lo splendore per cui oggi è conosciuta va attribuito ai Nabatei.

Breve storia di Petra

I Nabatei furono un popolo di commercianti provenienti dall’Arabia antica, che parlava l’aramaico e le numerose iscrizioni nella roccia ci fanno comprendere quanto fossero colti. In origine si occupavano prevalentemente di agricoltura: coltivavano ulivi, allevavano cammelli, pecore, capre, cavalli e viti. Costruirono una complessa rete idrica composta da canali e cisterne, che permetteva loro di attingere acqua da una fonte a diversi chilometri di distanza e portarla al centro della città, in cui si stabilirono alla fine del VI secolo a. C.

Eleggendo Petra la capitale del regno, però, riuscirono a farne la base delle principali rotte commerciali, che collegavano la Cina, in Oriente, con Roma, in Occidente. Le carovane cariche di incenso, seta e spezie facevano sosta a Petra, dove potevano trovare abbondanza di acqua e protezione dai predatori. In cambio dell’ospitalità, i Nabatei imposero una tassa su tutte le merci che attraversavano la città riuscendo a incrementarne presto la ricchezza. Dopo un lungo periodo di splendore, Petra venne abbandonata nel VIII secolo a causa della diminuzione dei commerci e ad alcune catastrofi naturali, rimanendo nell’oblio fino al 1812 quando l’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt la riscoprì per caso.

Una città vecchia come il tempo

Una stretta gola di pietra rosa, il Siq, conduce fino alla facciata del Tesoro. Più di un chilometro che consiglio di percorrere a piedi, per osservare con calma le sfumature di colore create dall’antico scorrere dell’acqua, meravigliarsi davanti alle piante che, miracolosamente, crescono nell’arenaria crepata e per godersi fino all’ultimo il Tesoro che fa capolino dal fondo della valle. Le pareti alte 80 metri accompagnano la lunga passeggiata nella sabbia, creando una piacevole ombra che protegge dal sole.

La facciata, larga 30 metri e alta 43, è scavata profondamente nella roccia dal colore rosa pallido. È stata creata all’inizio del I secolo come tomba di un importante re nabateo e testimonia il talento architettonico di questo antico popolo. La meraviglia di Petra, però, non sta solo nel Tesoro. Proseguendo oltre, infatti, c’è un mondo fatto di tombe nella roccia che, a differenza delle case, hanno resistito al tempo e ai terremoti: ne sono sopravvissute 500, decorate da intricate incisioni. Altro capolavoro del genio nabateo è il teatro romano, in grado di ospitare 3000 spettatori, mentre intorno obelischi, altari e strade colonnate completano il paesaggio.
La visita però non può considerarsi completa senza aver percorso la scalinata di 800 gradini per raggiungere il Monastero si Ad-Deir. Simile per architettura al Tesoro, ma molto più semplice nelle decorazioni, domina imponente l’ampio piazzale di fronte e la profonda valle sottostante.

Consigli per visitare Petra

  • L’ingresso al sito è vietato ai veicoli a motore, ma se non volete camminare, potete affittare un cavallo o una carrozza per percorrere il siq.
  • Anziani e portatori di handicap possono richiedere un permesso speciale presso il Centro Visitatori per entrare in carrozzina all’interno di Petra.
  • Si consiglia un abbigliamento comodo e leggero, con gambe e braccia coperte per proteggersi dal sole. Oltre, naturalmente, a un paio di scarpe comode per camminare su terreni sconnessi.
  • All’interno del sito si trovano molti punti di ristoro per mangiare e acquistare bibite fresche.
  • I momenti della giornata migliori per fare foto nel sito archeologico sono la mattina presto e il tramonto per la luce calda che colpisce gli edifici. Spesso vengono organizzate anche visite notturne illuminate da stelle e candele.

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