Cerca
Close this search box.
Il Miglio d’oro e le Ville Vesuviane

DatA

Il Miglio d’oro e le Ville Vesuviane

di Silvana Benedetti

[b]Fuoco e acqua[/b], due elementi contrastanti che caratterizzano il territorio della costa vesuviana, scrigno pregiato di attrattive storico-naturalistiche: il fuoco del vulcano e le acque cristalline del Golfo di Napoli. Tutte le principali località di quest’area, sono tra di loro accomunate dalla natura vulcanica che le contraddistingue: il Vesuvio con la sua grande mole e imponenza, esercita la sua influenza non solo sul paesaggio, ma anche sulla cultura e sulle tradizioni del popolo che da sempre convivono con questo gigante addormentato, il cui risveglio è tra i più temuti al mondo. Proprio alla nota esplosione del 79 d.C., il territorio Vesuviano deve il suo maggiore richiamo turistico: l’archeologia. Dagli scavi della maestosa Pompei a quelli della straordinaria e antica Hercolaneum, fino alla piccola e affascinante Oplonti a Torre Annunziata.

Oltre alle testimonianze della civiltà romana, il territorio vesuviano è anche luogo dove l’architettura settecentesca ebbe il suo periodo d’oro, con la costruzione della Reggia di Portici e delle residenze nobiliari, note come [b]Ville Vesuviane[/b], realizzate dai più importanti architetti dell’epoca, che sbocciarono lungo il tratto chiamato Miglio d’Oro, formando una preziosa collana di perle architettoniche.

[b]Il Miglio d’Oro[/b]

Il Miglio d’Oro è quella striscia di terra affacciata sul mare che, all’ombra del Vesuvio, dalla porta orientale di Napoli, attraversa San Giorgio a Cremano, Portici ed Ercolano, per arrivare a Torre del Greco. Meta ambita e di gran moda per nobili ed esteti, letterati e viaggiatori del Grand Tour, che a partire dal XVII secolo, qui si incontravano per affinare le proprie conoscenze e sviluppare le proprie passioni.
Oggi, purtroppo, di quelle splendide dimore riccamente decorate e immerse in sontuosi giardini, non se ne contano che 122, attentamente salvaguardate dall’incuria e dalla fatiscenza. San Giorgio in Cremano annovera due bellissimi esemplari: [b]Villa Bruno e Villa Vannucchi[/b]. Il piano nobile di Villa Bruno è caratterizzato da affreschi di stile neoclassico esaltati da suggestivi giochi di prospettive tra i giardini e il portale d’ingresso. La villa è oggi Palazzo della Cultura Vesuviana e sede ufficiale del premio Massimo Troisi, di cui San Giorgio in Cremano vanta i natali.
[b]Villa Vannucchi[/b] fu dimora della nipote di Gioacchino Murat ed è per estensione tra le più grandi ville settecentesche italiane. Nelle sue sale e nel suo giardino, dove si trova un antico ninfeo di grande pregio storico e architettonico, era solita ritrovarsi la Napoli Murattiana e l’intelligenthia napoletana del tempo.

[b]Ercolano e le ville[/b]

Ercolano è il cuore pulsante del Miglio d’Oro. Qui si raccolgono, oltre agli scavi dell’antica Ercolano, alcune tra le testimonianze più superbe delle Ville Vesuviane.

[i]Villa Campolieto[/i] è sicuramente la più famosa, la più citata e anche la più fotografata. La costruzione datata 1755, fu affidata all’architetto più in voga del momento, Luigi Vanvitelli, che qui realizzò al suo interno lo scalone monumentale che conduce al vestibolo superiore, affrescato dai principali artisti dell’epoca. È però il suo aspetto esteriore che la rende maggiormente nota, soprattutto per il bellissimo portico colonnato che sorregge il panoramico belvedere.

[i]Villa Favorita[/i] fu costruita dall’architetto Ferdinando Fuga per volere della regina Maria Carolina d’Austria. Divenuta residenza reale, la villa fu sontuosamente arredata e arricchita di nuovi edifici collocati nell’ampio parco digradante fino al mare. Tra gli ambienti che hanno conservato l’aspetto originario, ci sono le stanze con decorazione orientaleggiante in onore del Pascià d’Egitto, ospite della villa sul finire dell’ottocento.

[i]Villa Signorini[/i] risale alla metà del XVIII secolo ed è situata al confine tra Portici ed Ercolano. Nel corso degli anni, ha miracolosamente conservato le sue prerogative ambientali: il suo grande giardino, delimitato da un bellissimo roseto in ferro battuto, che come pochi è stato conservato integro nella sua estensione planimetrica e una veduta, dove l’occhio si perde tra il Palazzo Reale, il Vesuvio, gli Scavi di Ercolano e Capri.

[b]Portici e la Strada Regia delle Calabrie[/b]

Lungo quella che era la strada Regia delle Calabrie si incontra Portici, città che conobbe il massimo dello splendore a partire dal 1738, quando Carlo III di Borbone vi fece costruire il nuovo Palazzo Reale. “Che luogo incantato è mai questo?” furono le parole della Regina Maria Amalia quando, a causa del maltempo, dovette ripararsi in una sconosciuta spiaggia, tra aranceti e limoneti. Fu a causa di questo improvviso colpo di fulmine che i reali sfidarono il Vesuvio ( che solo nel 1737 aveva ricoperto Torre del Greco) pur di godere del clima e dell’aria del Miglio D’Oro e degli scavi della vicina Ercolano avviati dallo stesso sovrano.

[b]Torre del Greco e l’ozio[/b]

Al limite meridionale del Miglio d’oro si incontra Torre del Greco, luogo dove i romani si dedicavano nelle loro ville alle gioie dell’ozio. Una città più volte distrutta dalle eruzioni del vulcano e sempre ricostruita, il cui stemma riporta il motto: “Post fata resurgo” (dopo la morte torno ad alzarmi). Torre del Greco conserva numerose testimonianze di antiche ville lungo il tratto dell’antica Via Regia, ma la più nota è Villa delle Ginestre, famosa per aver ospitato il poeta Giacomo Leopardi, infermo e bisognoso di aria salubre, che qui scrisse la lirica “La Ginestra”.

Info: [url”Costa del Vesuvio”]http://www.costadelvesuvio.it/[/url]

[b]Dove mangiare la pizza[/b]

Francesco&Salvatore Salvo – Unica sede | Largo Arso 10-16 San Giorgio a Cremano | [url”Francesco e Salvatore Salvo”]http://www.salvopizzaioli.it/[/url]

Pizzaioli da tre generazioni Francesco e Salvatore Salvo, titolari dell’omonima pizzeria di San Giorgio a Cremano, hanno ottenuto per la seconda volta consecutiva il massimo riconoscimento assegnato dalla guida “Pizzerie d’Italia” del Gambero Rosso, al quale quest’anno si è aggiunto il premio per la migliore carta dei vini e delle birre. Oltre alle buonissime pizze per le quali vengono selezionati i migliori ingredienti locali a km 0, un posto d’onore va riservato al crocchè di patate: morbido, con la provola calda che fila ad ogni morso, la leggera speziatura e la dolcezza delle patate, vero ingrediente segreto di questa preparazione.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

POTREBBE INTERESSARTI

Articoli
Correlati